Questo 2022 è stato per me un anno felice e ricco di piacevoli sorprese; finalmente dopo tanto tempo sono
tornata e viaggiare e scoprire nuovi posti. In particolar modo l’ultimo viaggio era da tempo una delle mete
tra la lista dei desideri, ecco che così a luglio con Dimitri decidiamo: ad ottobre si vola in Marocco, biglietti
prenotati e via pronti a partire.
Taghia è un piccolo villaggio del Marocco situato nel medio Atlas, la logistica è relativamente facile: si vola
su Marrakech e da lì in cinque ore di auto (taxi) si raggiunge Zaouia Ahanesal, da qui si procede a piedi per
circa un’ora e mezza accompagnati dai muli o dagli asini che ci aiutano nel trasporto dei bagagli e del
materiale.
Nel villaggio sorgono una ventina di gite d’etape, che ospitano gli arrampicatori, offrendo loro un
trattamento di mezza pensione con sistemazione in camere da due o quattro persone e bagno in comune.
A Taghia la vita scorre lenta e tranquilla, come il torrente che la attraversa e la notte regna un silenzio
assoluto. La sera al calar del sole il buio ci avvolge velocissimo; nel villaggio il tempo sembra essersi fermato
e ci pare di fare un tuffo nel passato.
Se si dice che la prima impressione è quella che conta, arrivati al villaggio le nostre aspettative positive sono
subito confermate dalla vista delle pareti, verticali, slanciate, e compatte che lo circondano. È possibile
percorrere sia itinerari sportivi che itinerari da proteggere, durante i dieci giorni di permanenza noi
abbiamo scalato:
Canyon Apache 280m 6c: Via plaisir, ideale per godersi la prima giornata di arrampicata, familiarizzare con
la roccia Marocchina, divertendosi e senza pensieri.
La mano del Maroc 350m 7b+: Dico solo che la mano di mio papà Fausto (che qualcuna me l’ha suonata)
era più leggera, bastoni dall’inizio alla fine.
Sussurro Bereber 280 7b+: Via fisica, molto bella e divertente, l’avvicinamento quasi nullo e il rientro
veloce, la rendono una salita papabile nel caso in cui si abbia a disposizione poco tempo.
Les rivieres Pourpres 500 mt 7b+: probabilmente la via più bella che abbia mai fatto, di questo genere e
difficoltà, si tratta di una salita entusiasmante, fisica ma allo stesso tempo tecnica, ogni metro è da scalare,
su roccia super, insomma non si può che restarne innamorati!!
Fata Morgana 330m 7c: Via bella, i gradi sono più severi della vicina Rivier, l’obbligatorio è più sostenuto e
richiede di trottare fra una protezione e l’altra, bravo Dimitri.
L’axe du mal 500m 7c+: Bellissima via, più tecnica della Rivier
Pinchito Moruno 230m 7b: Bella via, fisica e breve, ideale per una mezza giornata, senza troppi stress.
Belle et berbere 300m 6b+: I programmi per l’ultima giornata erano un pochino più bellicosi, purtroppo ci
svegliamo la mattina con le braccia piene e la sensazione di essere al capolinea, quindi optiamo per una
classica plaisir.

Dopo quest’ultima salita rientriamo direttamente a Marrakech trascorriamo qualche giorno da turisti. I
colori e i rumori della città ci portano in un Marocco sicuramente diverso da quello che abbiamo vissuto nel
villaggio, tuttavia perdersi tra i suq della medina, farsi coccolare in un hammam marocchino e fare due
passi la sera in piazza Jamaa el Fna sono sicuramente un’esperienza da non perdere.

Arrivederci Marocco

Ci sono viaggi che programmi da tempo e altri per i quali ti ritrovi in partenza, non proprio all’ultimo, ma quasi; il viaggio che vi sto per raccontare è uno di questi.

Premessa: mia sorella Lucia è partita per un anno di lavoro in Perù, attraverso il servizio civile, a marzo 2019. Il legame tra di noi è molto forte, abbiamo condiviso molto sin da piccole e ancora oggi condividiamo la passione per l’arrampicata, la montagna e la cucina … quindi capita spesso di passare delle giornate assieme. Ovvio non mancano i normali screzi tra sorelle, caratterialmente siamo diverse, ma nutriamo una profonda stima l’una per l’altra. Dicevo, lei era partita per un anno e cosi, a giugno mi sono detta “perché non andare a trovarla?”

Detto fatto, io compero il volo aereo e lei prende ferie. Il ritrovo è fissato per il 14 settembre a Lima. Dopo una giornata da turiste nella capitale, ci trasferiamo a Huaraz, capitale della regione di Anchas (trasferimento in bus notturno o giornaliero 7h circa, da prenotare preventivamente).

Arrivate a Huaraz ci ambientiamo e procediamo all’acquisto di ciò che manca, mentre Lucia si aggira tranquilla tra i banchi del mercato locale, io la seguo cercando di resistere all’odore nauseabondo di galline nude, teste di maiale e pesce.

Huaraz è la base di appoggio per chiunque voglia muoversi in questa regione, in città si trovano numerosi ostelli e qualche piccolo hotel per i più esigenti. Non mancano supermercati e negozi per acquistare e/o noleggiare materiale di alpinismo. Da non perdere il mercato dell’artigianato in Plaza des Armas, se invece necessitate di frutta, verdura, pane, formaggio, legumi e miele meglio al mercato locale.

Noi a Huaraz abbiamo pernottato presso l’ostello Campo Base: dispone di camere doppie con bagno privato o cameroni, acqua della doccia calda, wi-fi, posto semplice e spartano ma pulito. Possibilità di deposito bagagli nei giorni successivi in caso di trekking o altro.

Prima meta del nostro viaggio Hatun Machay

HATUN MACHAY è il sito più bello nella zona, si raggiunge in combi (minibus collettivi) Huaraz /Catac 4S e da qui in taxi Catac/Hatun Machay 50S; il taxi lascia direttamente al “campeggio” quindi è possibile portarsi appresso qualsiasi “confort”, il campeggio ha un costo di 10S a notte, c’è acqua per cucinare e ci sono dei bagni, bisogna invece portare l’acqua da bere. Il sito si trova su un altopiano ed offre una vista e dei colori davvero spettacolari, impossibile non innamorarsi. I settori migliori a nostro giudizio sono: sett. Erotico (3/4/5/6 per scaldarsi) sett. Placa verde (11/12/13*) sett. Picaflor (3/4/5) sett. Los sietes (tiri duri c’è un bellissimo 7a) sett. Kla fisura (tutte le vie a dx) sett los espanoles (è un po’ più lontano ma merita). Con sim Peruana non tutte le compagnie prendono qui. Il gestore attuale del campeggio (2019) è molto disponibile e cordiale. Giorni consigliati 3/4 (* i numeri corrispondono al numero del tiro sulla guida).

Dimenticavo qui si scala a 4100 mt di quota, quindi meglio arrivare acclimatati e ricordarsi di respirare!! Altro sito di arrampicata sportiva degno di essere visitato è Inka Waqanqa

INKA WAQANQA si trova ad una quota leggermente più bassa (3800mt) rispetto ad Hatun Machay quindi meno freddo, inoltre in caso di brutto tempo resta leggeremente più schivato dalle perturbazioni. L’arrampicata è varia e davvero bella, solo, diversamente da Hatun Machay il sito non resta isolato ma è vicino ad una strada. Si può campeggiare in zona prestando attenzione a chiudere bene il cibo in tenda (presenza di cani e capre molto affamate!!) o meglio ancora posizionare la tenda all’interno di uno dei recinti di sassi. Sul posto vive una famiglia di campesinos, meglio chiedere a loro dove andare per non disturbare. Sulla guida attuale sono segnate pochissime vie rispetto a quelle realmente chiodate, poiché il sito è stato sviluppato recentemente, potete chiedere all’agenzia Andean kingdom maggiori informazioni. Presso l’agenzia è possibile acquistare o noleggiare qualsiasi materiale da alpinismo. Giorni consigliati 2

NB: In Perù tutti i monotiri di falesia NON sono attrezzati con catena di sosta ma due spit con due maglie rapide quindi è necessario fare sempre manovra.

La parete più bella della zona per salire vie lunghe è indubbiamente La Esfinge, una splendida parete di granito di 800mt. Il periodo miglio per la quota è da giugno a metà settembre.

NOTE TECNICHE

In combi fino a Caraz 8S, poi taxi 50S. Si paga un ingresso al parco di 10S. La salita la campo base sono 500 mt di dislivello e diversamente da quello che scrivono numerose guide non si tratta di quattro ore di cammino ma due ore con zaino medio pesante. Il campo base è a cinque stelle, una spianata di sabbia, con una sorgente di acqua a tre minuti di cammino dal campo base. Per il taxi di rientro non è necessario prenotare prima, potrete chiedere a quelli salgono per accompagnare i turisti o trekker alla Laguna Paron, oppure chiedere ai guardiani del Parco di contattarne uno. Sulla parete sono state tracciate numerose vie tutte di livello medio o alto, quindi per affrontare la parete è necessario avere un’adeguata preparazione. Assolutamente da non perdere il trekking alla laguna69, si può fare tranquillamente in giornata Huaraz, la levataccia alle 4.30 di mattina sarà ripagata dal panorama mozzafiato.

Lascio alle parole di mia sorella riassumere l’essenza di cosa sia stato per noi questo breve viaggio in Perù “Complicità. La gioia di rivedersi dopo sei mesi di distanza. La felicità nel tornare a condividere momenti insieme: chiacchiere, fatiche, risate e le meritate birrette di fine giornata. Risentire la tua voce che mi incita mentre scalo. Ritrovare quella complicità tra sorelle, perché a volte a noi basta uno sguardo per intendersi. Farmi pervadere dalla forza dei tuoi abbracci. Abbracci che sanno di amore e che ancora una volta mi ricordano quanto sono fortunata ad averti al mio fianco”